Archiviati i primi 25 anni di Eurochocolate avvertiamo l’esigenza di aprire un nuovo corso che non sarà fatto solo di nuovi claim, nuovi prodotti, nuove “guarducciate”… Elementi, questi, ancora necessari a mantenere la freschezza e attrattività di un evento che anche in questa edizione ha dimostrato il suo valore.
Ci sentiamo ora, però, come quegli studenti che si sono appena laureati e devono iniziare un nuovo percorso ancora più impegnativo del precedente. Sentiamo, in primis, il bisogno di cucire o ricucire dei rapporti in Città.
Rapporti che, per vari motivi, sono stati messi in secondo piano, facendo prevalere invece sia lo sforzo a consolidare le relazioni commerciali con i partner (grazie ai quali è stato – ed è tuttora possibile – garantire la sostenibilità economica dell’evento che, come noto, non gode di alcun finanziamento pubblico) sia a sviluppare le relazioni internazionali del dopo Expo 2015.
Questo ora non è più sufficiente. Vogliamo quindi ricominciare ad “attaccare bottone” con il tessuto socio economico della Città di Perugia, con le sue energie e poli culturali, con il mondo della Scuola, con le associazioni di categoria che nei primi anni di Eurochocolate avevano un ruolo importante nella fase progettuale dell’evento. Insomma, dobbiamo tornare a parlarci e a mettere da parte sterili incomprensioni o indifferenze, per privilegiare la reciproca capacità di ascolto.
Questo sarà il nostro sincero impegno da oggi.
Ma dovremo essere in grado di attaccare bottone anche al di fuori del nostro contesto territoriale. La crescita passerà quindi, necessariamente, attraverso un irrinunciabile processo di internazionalizzazione della nostra industria creativa che ci auguriamo possa essere accompagnata anche dal coinvolgimento delle istituzioni locali.
In questi bottoni colorati, dalle mille sfumature di cioccolato e non solo, sta il simbolo di questa nuova fase, di queste nuove sfide.
Un bottone nasce per unire due lembi di tessuto.
I nostri bottoni nascono per unire pensieri ed esperienze anche diverse.
Pensiamo di avere filo robusto e a sufficienza.
L’ago non servirà a pungere nessuno
Eugenio Guarducci